Non si esagera assolutamente se si afferma che la 3200 GT è stata un’auto fondamentale nella storia del Tridente, a lei è spettato il compito di traghettare il marchio, alla fine degli anni novanta, dall’esperienza della famiglia biturbo e derivate, al futuro, che in quel momento non era ben tracciato, in quel momento infatti l’unica cosa certa era il recente passaggio della totalità delle quote azionarie alla Ferrari, dopo una parentesi Fiat, e la volontà dell’allora presidente Montezemolo di rilanciare il marchio per garantirgli un roseo futuro
Con queste premesse, dalla superba matita di Giorgetto Giugiaro, è nata una granturismo caratterizzata da forme classicamente morbide, suggestivamente rievocative degli anni cinquanta e sessanta, (non per nulla il nome stesso, qui non più il nome di un vento, rievoca la favolosa 3500 GT, primo vero successo “commerciale” del tridente), dai gruppi ottici carenati, dal piccolo cofano motore con le prese d’aria, dai parafanghi muscolosi, ma anche dalla innovativa e futurista, per l’epoca, fanaleria posteriore a led a forma di boomerang inserita nella coda tronca.
Alla 3200 GT, pertanto si può applicare senza ombra di dubbio il concetto di “bella macchina” da tutte le prospettive e sotto tutti i punti di vista, tanto che le brochure di lancio dell’epoca sostenevano che la 3200 GT non deve soltanto colpire al primo sguardo, cosa che fa egregiamente, ma restare nel tempo piacevolmente affascinante, ogni volta che il suo proprietario la guarderà; a parere di chi scrive, e non solo, ormai nel diciottesimo anno dalla sua presentazione ufficiale, il risultato voluto è stato ampiamente raggiunto.
La 3200 GT se, come si diceva sopra, stilisticamente è stata un prodotto di rottura rispetto alle linee tese e squadrate tipiche della famiglia Biturbo dei decenni precedenti, meccanicamente invece rappresenta il canto del cigno, la massima ed ultima evoluzione del “concetto biturbo”, qui infatti è stato sfruttato appieno il bagaglio di cultura motoristica del Tridente. E' l’ultima Maserati con una meccanica nata in Casa e al contempo come già detto, la prima Maserati della gestione Ferrari; si ritrova infatti un otto cilindri a V di 3217 cc, sovralimentato con due turbocompressori, uno per bancata, che sviluppa la potenza elevatissima, rispetto alle coeve concorrenti, di 368 cavalli con un notevolissimo valore di 491 Nm di coppia massima, tutto questo garantisce un’accelerazione sullo 0-100 in 5,1 secondi e 280 km/h di velocità massima.
E veniamo alle impressioni di guida. Chi come me ha avuto la fortuna di diventare proprietario di una 3200 GT non può far altro che ricordare e confermare appieno quando, alla prima prova su strada, Quattroruote scriveva “…l’accelerazione è tanto prepotente da risultare persino imbarazzante in seconda e terza marcia….”; in effetti ogni qual volta si ha la possibilità di tenere giù l’acceleratore si sentono i turbocompressori che fischiano forte e mi piace dire che l’effetto è quello di un aereo in decollo!
Non si può definire la 3200 GT come un auto facile da gestire al limite, tutt’altro, infatti se si vuole un po’ esagerare con l’acceleratore bisogna mettere in conto reazioni al posteriore abbastanza brusche se non improvvise, così nel quadro strumenti la spia dell’ASR è solita lavorare spesso, non solo in curva ma anche in rettilineo, frequentemente anche in terza marcia….. per questo motivo è opportuno che a disinserire i controlli provveda solo chi ha una prontezza di reazione superiore alla media per contrastare prontamente le reazioni di cui sopra.
Il cambio a sei marce risulta perfetto, preciso e veloce anche nell’utilizzo in pista, con le prime tre marce molto corte per favorire l’accelerazione, parimenti la notevole coppia consente delle riprese in quinta ed anche in sesta sin dalle velocità più basse, già da 50-60 km/h, rendendo la vettura anche progressiva ed elastica; tutto ciò è inimmaginabile per chi non ha avuto la fortuna di guidarla.
Ma la 3200 GT è anche una vera granturismo con un abitacolo capace di essere veramente comodo anche per quattro persone e di consentire agevolmente trasferimenti di medio-lungo raggio, in tutta celerità; il bagaglio non consente di caricare molti bagagli, ma consente di portare anche un passeggino per bambini, circostanza non comune per le concorrenti dell’epoca e non da poco per la piena godibilità dell’auto.
Ebbene, si diceva dell’importanza che la 3200 GT ha rappresentato al momento del lancio per il futuro del marchio, adesso si può affermare che ha svolto egregiamente il suo compito; sono stati tre anni di successi, infatti, con un prezzo di lancio di 150 milioni di lire, dall’inizio delle consegne, fino al suo pensionamento, avvenuto nel 2002 con la presentazione della Coupè con motore 4200 di derivazione Ferrari è stata venduta in 30 Paesi in ben 4795 esemplari, un successo che ha sicuramente consentito alla Maserati di porre le basi della nuova gamma.
La circostanza che, lo stile forte ed efficace della linea partorita da Giugiaro la faccia apparire ancora oggi splendida ad attuale, è confermata dal fatto che, questa nel 2002, ha dato origine alla Coupè 4200, rimanendo praticamente invariata nel frontale e nella linea di fiancata, ritrovando modificato soltanto il posteriore (scelta dai più criticata per la perdita dei bellissimi boomerang) e, successivamente, con l’aggiunta di appendici aerodinamiche quali minigonne sottoporta ed estrattore al paraurti posteriore, ha visto la luce la ancor più performante GranSport.
Un paio di anni fa le quotazioni di questa granturismo hanno raggiunto il minimo storico, per iniziare una lenta risalita, sicuramente gli esemplari sopravvissuti (soprattutto all’infausto superbollo essendo ancora lontano il riconoscimento di storicità ) e a maggior ragione quelli meccanicamente in ordine, sono destinati, nel breve-medio periodo, quantomeno ad un mantenimento del valore, spiccando quotazioni più alte le rare ed eccellenti Assetto Corsa (350 in tutto il mondo, 56 per l’Italia) caratterizzate da sospensioni più rigide ed assetto ribassato.
VINCENZO APRILE
















